Secondo Il Pew center i musulmani nell’Unione europea + Norvegia e Svizzera sono 25,7 milioni, (2016), quindi il 4,9%. Per quanto riguarda l’intera Europa, includendo quindi la Russia europea, ma anche la Turchia europea, nel 2010 i musulmani erano circa 44 milioni (6%).
Da questi dati nasce una domanda. L’Islam in Europa è un problema? Quindi si pensa meno Islam meno problemi.
Noi musulmani dovremo diventare invisibili e molto discreti e musulmani senza Islam. In occidente ed in Oriente, l’insegnamento fondamentale dell’Islam è e resta una fede in un solo Dio. Noi musulmani crediamo che ci sia una vita dopo la morte e che dovremo rendere conto delle nostre azioni a Dio. Il messaggio islamico è come quello delle altre religioni, un messaggio di grande e profonda spiritualità.
Ma per praticare una fede occorre libertà e dignità.
Perché ci sono i musulmani in Europa?
Dopo la II guerra Mondiale, l’Europa ha bisogno di manodopera a buon mercato e quindi come conseguenza si ebbero le prime ondate migratorie nel Regno Unito, Grancia e Germania.
Indiani, nord africani e turchi.
Tra il 1950 e il 1970 risiedevano in Europa migliaia di musulmani. Essi si stanziano, lavorano, fanno famiglia e la voglia di ritornare nei loro paesi va scemando. Nascono le prime organizzazioni islamiche per fornire servizi e risposte o proteggere la propria identità religiosa e culturale. Nel 1990 i musulmani residenti in Europa sono circa 16 milioni e fanno parte della società a tutti gli effetti come gli ebrei ed i cristiani ottenendo nel frattempo anche la nazionalità.
Cosa succede? Vediamo 4 punti:
1 tra i giovani musulmani nati o residenti si assiste ad una rinascita della spiritualità;
2 il numero dei musulmani autoctoni è in aumento dovuto alle conversioni all’islam;
3 il numero dei luoghi di culto è quadruplicato ma resta insufficiente ed alcune rimangono cantine e magazzini;
4 le organizzazioni islamiche sono in continua crescita.
Si nota che in oltre 50 anni di presenza islamica in Europa, dobbiamo dire la verità che a noi è permesso praticare la nostra religione con il solo limite di costruire moschee o aprirle per i complicati percorsi amministrativi e comunque vivere in un’atmosfera di sicurezza e di pace.
Non dobbiamo confondere i problemi sociali, economici e politici/ migranti, della disoccupazione, la povertà, l’emarginazione, la crescita del razzismo subito da tutta la popolazione con la discriminazione vera e propria.
Talvolta si ha una lettura tendenziosa della legge vedasi in Francia il divieto del foulard nelle scuole o il burkini (bikini) ma il Consiglio di Stato ci ha dato ragione. Lo stato laico non può limitare la libertà altrui con provvedimenti simili.
Il contesto europeo e in generale, la vita in una società moderna e industrializzata, rende difficile adempiere e rispettare i doveri religiosi. La religione, la spiritualità o qualsiasi manifestazione di fede sono quasi completamente scomparse dallo spazio pubblico. Consumismo e la pratica del sempre più in fretta sembrano non lasciare più tanto spazio alla pratica religiosa. Per la verità questo fenomeno è subito anche dagli ebrei e cristiani e musulmani. Anche se gli studi affermano che tra i giovani vi è un ritorno nel mese di Ramadan questo rimane una triste realtà.
Ecco allora che coloro che sono impegnati in istituzioni islamiche devono prendere la loro responsabilità in modo da educare la comunità organizzando corsi e conferenze che aiutino i nostri correligionari a non dimenticare la propria identità.
Una volta il mondo veniva definito dai sapienti musulmani in due aree e zone bipolari antitetiche:
dar al islam casa,dimora dell’islam
dar al-harb casa, dimora della guerra
4 elementi:
la popolazione che viveva nel paese
la proprietà della terra
la natura del governo
le leggi applicate nel paese
Oggi ci sono discussioni tra i sapienti… A me piace la definizione che basata sulla sicurezza e la pace del posto e non sul governo se sia islamico o non. La definizione di dar al islam casa della pace è applicabile a quasi tutti i paesi occidentali mentre la stessa cosa non si può dire della stragrande maggioranza dei paesi musulmani attuali.
Oggi queste definizioni sono inappropriate per un mondo che tende a diventare uno spazio. Allora facciamo una domanda.
Dove siamo? Le risposte ci diranno se i musulmani devono sentirsi in territorio straniero come stranieri, oppressi, con il solo dovere di proteggersi dall’ambiente aggressivo o al contrario se devono far parte di questi paesi , essere e sentirsi a casa loro, cittadini a tutti gli effetti che nei limiti della legge devono fare del loro meglio per apportare alla società più giustizia e solidarietà, il che in realtà è in perfetto accordo con le esigenze della loro fede della loro coscienza e della loro cittadinanza.
La risposta ovviamente è no… i giovani nati e cresciuti qui si sentono a tutti gli effetti cittadini europei, e non comprendono il perché alcuni movimenti politici continuino ad attaccare una religione confondendola con l’immigrazione incontrollata.
La EML ha il ruolo di far capire l’importanza di muoversi in un territorio senza confini e barriere nel rispetto delle diversità tralasciando i concetti dar al islam e dar al arb che non sono contenuti nel Corano. I musulmani che vivono nel cuore dell’occidente non devono cercare dei nemici, ma piuttosto dei partner decisi a sviluppare una cultura occidentale apportando miglioramenti e resistere alle derive distruttrici a livello umano ed ecologico. Cultura del pluralismo culturale e religioso. Che piaccia o no ci troviamo in un mondo aperto. Dobbiamo insieme proporre una fraternità umana.
La comunità islamica non deve essere considerata come un corpo estraneo nella compagine sociale, ma una forza attiva di collaborazione e cooperazione. Non dobbiamo più parlare di integrazione o di assimilazione ma di rispetto nella diversità religiosa monoteista.
I promotori della cultura e del divertimento di massa sono molto più interessati ai riscontri finanziari che non alla dignità del pubblico e quindi noi credenti abbiamo la responsabilità di tutelare l’identità spirituale dei nostri figli.
Ecco allora una politica costruttiva e al servizio della popolazione… bisogna votare ed esprimere il proprio voto esercitando il proprio diritto civile.. e noi come gli altri cittadini vogliamo fare la nostra parte.
Il motto della EML è: tra le molte stelle lucenti della bandiera europea, vorremmo radiare la nostra luce contribuendo allo sviluppo, prosperità e pace generale, della nostra amata Europa.